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BOSCO DELL’ALEVÉ - domenica 18 dicembre 2011 PDF Stampa E-mail
Venerdì 30 Dicembre 2011 15:20


Primi scambi di auguri alla sede del C.A.I. venerdì sera e, tra una fetta di panettone ed un bicchiere di spumante, si condividono proposte ed idee per l’ultima uscita domenicale prima del Natale.

Il tempo pare… sarà dalla nostra parte, ma dobbiamo comunque da subito restringere la rosa delle possibili mete perché Beppe ci aggiorna in tempo reale informandoci che, sulla scala del pericolo valanghe, il rischio è… marcato (3 su 5) in quanto il manto nevoso è debolmente consolidato anche a causa dell’azione eolica di questi ultimi giorni: occorrerà dunque prestare la dovuta attenzione nella scelta dell’itinerario.

Considerando che a pochi passi da noi, proprio sotto il Monviso, esiste un bosco millenario del quale già parla Virgilio nell’Eneide e che proprio il bosco, si sa… da sempre… è la miglior difesa contro le valanghe… perché non trascorrere la giornata in un luogo suggestivo ed incantato come il Bosco dell’Alevé? Domenica mattina siamo in quindici a raccogliere l’invito ed a risalire il primo tratto dell’itinerario che, due mesi or sono, avevamo percorso a ritroso scendendo dalla cima della Losetta.

Giunti al bivio per il passo di S. Chiaffredo, abbandoniamo il sentiero diretto al Rifugio Vallanta ed attraversato il fiume, su un ponte in legno ormai coperto di neve, ci addentriamo nella cembreta.

L’atmosfera da subito si carica di magia: il bosco è… a tratti, aspro, ma affascinante; sfida il tempo e le stagioni; regala silenzi smisurati, smussati appena dall’incedere dei nostri passi, oppure recisi di netto dalle risate fragorose del gruppo, soprattutto quando qualcuno si diverte a tirare palle di neve.

Forse è necessario fare un piccolo sforzo e tornare un po’ bambini per poter cogliere col dovuto stupore la bellezza e la suggestione di questo luogo incantato.

Un bimbo potrebbe riuscire a scovare qua e là gnomi, fate e folletti… Noi adulti difficilmente sapremmo fare altrettanto, ma pur restando coi piedi per terra potremmo comunque scoprire i tesori della più bella cembreta delle Alpi.


Oggi per esempio il vento si è spesso divertito a suonare tra i rami: gelido sul viso e tagliente come una lama sulla fronte, ma anche dolce melodia e sferzata di energia vitale.

E cosa dire dell’andirivieni che s’udiva tra i rami poco prima di salire al rifugio Bagnour?

La necessità di raggiungere il gruppo non ci ha permesso di sostare il tempo necessario per scoprire quali specie di uccelli stavano volando di ramo in ramo (l’obiettivo di Gian avrebbe sicuramente fissato in modo indelebile le “gesta” del pennuto se solo si fosse manifestato ai nostri occhi).

Possiamo solo immaginare che siano state nocciolaie o ghiandaie, rumorose e garrule, intente a consumare le scorte di pinoli nascoste nelle crepe dei tronchi.

Ed eccoci nel cuore del bosco, al rifugio Bagnour, dove la dimensione fantastica è smorzata dalla presenza delle numerose persone che oggi son salite fin quassù.

In un batter d’occhio i nostri uomini si prodigano per sistemare una lunga tavolata, cosicché si possa condividere il pasto insieme sulla terrazza inondata di sole.

Una porzione abbondante di polenta fumante viene celermente servita ed altrettanto velocemente i piatti si svuotano: bisogna pur nutrire questa fantasia… ma anche… e soprattutto le gambe che… “energiche” dovranno riportarci a valle!

Il sole, seppur splendente non riesce a mitigare a dovere il grande gelo, così, dopo la pausa caffè, siamo nuovamente e “rumorosamente” in marcia (forse per non essere da meno rispetto al nostro amico “gai”: uccello chiacchierone, appunto).

Un’ultima sosta per osservare da vicino la pregevole baita-rifugio Grongios Martre, frutto di una decina di anni di lavoro da parte di un artigiano di Pontechianale, poi… inevitabilmente… come ogni domenica che si rispetti, arriva il momento dei saluti. Oggi oltre a… “Ci si vede la prossima domenica” si sente soprattutto… “Buon Natale, ci vediamo a S. Stefano!”

Nessuno pare deluso per aver scelto un itinerario così “magico” in alternativa alla frenesia per la caccia all’ultimo dono.

Ma i “cacciatori di regali”, in quest’ultima domenica pre-natalizia, avranno saputo vivere la dimensione di attesa e di stupore che il “bosco incantato” ha saputo regalarci…?

La Maestra a Quadretti

Ultimo aggiornamento Giovedì 19 Gennaio 2012 21:29