Rifugio Migliorero - Venerdì 6 Gennaio Stampa
Giovedì 12 Gennaio 2012 21:39

Viene viene la Befana, 

vien dai monti a notte fonda. 

Come è stanca! La circonda 

neve, gelo e tramontana. 

Viene viene la Befana.

… e la neve è il suo mantello, 

ed il gelo il suo pannello, 

ed è il vento la sua voce…

Forse voler scomodare il sommo poeta, adoperando a nostro “uso e consumo” alcuni versi di Giovanni Pascoli, pare alquanto eccessivo e poco umile.

Forse, come mi ha suggerito Gian… quando gli ho confidato che le idee da “mettere nero su bianco” erano un po’ carenti… sarebbe più opportuno e saggio scrivere che… per il grande freddo patito (e nel mio caso ne basta veramente poco) le mani sono ancora intorpidite e, a tutt’oggi, fatico a scrivere.

Fatto sta che, interrogando questi pochi versi strappati all’intero componimento, si individuano tracce nascoste o esplicite riferite a questa giornata trascorsa sui monti della Valle Stura.

Partiamo in trenta con l’idea di salire al Rifugio Migliorero, nel Vallone dell’Ischiator per occupare la giornata della Befana (e secondo i ben informati di vecchie rugose, nel gruppo, ce n’erano parecchie, armate di scope mimetizzate sotto forma di bastoncini telescopici… per le rughe, pare… non esistano “restauri” efficaci…) 

Previsioni meteorologiche poco rassicuranti promettevano e preannunciavano “tempesta di Foehn a notte fonda” che… puntualmente si è concretizzata in tutta la sua potenza, ma che comunque non ci ha impedito di intraprendere questa nuova avventura.

Poco oltre l’abitato di Besmorello, una manciata di case aggrappate sopra le ben più famose Terme di Vinadio, parcheggiamo le auto perché, più avanti, il fondo stradale comincia a diventare insidioso.

In poco più di dieci minuti raggiungiamo Pian del Medico oltre il quale, anche d’estate, è obbligatorio proseguire a piedi in quanto la strada è chiusa al traffico con una catena.

Continuiamo su sterrata con la dovuta cautela: il ghiaccio è ormai il padrone incontrastato. Se da un lato rende difficile l’incedere dei nostri passi, dall’altro però ricama intrecci e plasma forme geometriche uniche.

Questo spettacolo lo ammiriamo soprattutto quando, abbandonata la sterrata, imbocchiamo il sentierino che conduce alla cascata del Pisciai; la troviamo solo in parte ghiacciata, ma comunque meritevole di decine di scatti fotografici. 

Ripresa la marcia raggiungiamo un’amena conca pascoliva dalla quale il rifugio, adagiato in posizione panoramica su un alto poggio, pare un albergo in stile “Belle Époque”. Qui, la neve ha finalmente disteso il suo bianco mantello ed anche il vento comincia ad ululare.

Proprio poco prima di risalire l’ultimo sperone roccioso prepotenti raffiche, sferzanti e gelide ci costringono spesso ad interrompere la marcia; il viso ormai congestionato dal gelo viene più volte ricoperto dalla neve trasformata in  polvere, simile quasi a zucchero a velo.

Così la meta dell’escursione si riduce ad un “mordi e fuggi” generale in quanto, appena messo piede davanti al rifugio, subito scendiamo disciplinatamente alla ricerca di un luogo meno “tormentato” per poter consumare il pranzo. Anche questo momento lo concludiamo in tutta fretta cercando di battere sul tempo la morsa del gelo che appena può ci attanaglia.

Resta un’immagine che, in questa giornata algida e ventosa, riscalda il cuore: quella del nostro amico Ieio, seduto al tavolino della pasticceria Agnello di Demonte, intento a consumare la sua merenda pomeridiana.

Davanti ad un piatto colmo di pasticcini cremosissimi e colorati, scelti con minuziosa cura al bancone e sognati da tempo, tutti l’abbiamo potuto osservare serafico, appagato, in fase quasi contemplativa, intento a gustarseli con quella calma ed quella “pacatezza riflessiva” che lo contraddistinguono…

Se quei dolci glieli avesse portati la Befana… sarebbe stata sicuramente  orgogliosa della propria missione: nessun regalo poteva essere più desiderato!

La Maestra a Quadretti

Ultimo aggiornamento Giovedì 19 Gennaio 2012 21:28