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Pian Muné - domenica 5 febbraio 2012 PDF Stampa E-mail
Giovedì 09 Febbraio 2012 11:46

Preambolo che anticipa questa bella e formativa domenica in montagna…

Alla fine del mese di gennaio la neve è pressoché inesistente tanto che, a chi si iscrive al corso, viene spontaneo domandarsi: “Dove andremo a fare le esercitazioni pratiche?”

Non c’è traccia di manto immacolato eppure, a questo 6° corso di escursionismo in ambiente “innevato”,  gli iscritti battono tutti i primati: siamo ben 29!

Proprio quando ci accingiamo a mettere in pratica quanto appreso nella prima lezione teorica, ecco che il Sig. Inverno si manifesta sfogando tutta la rabbia repressa, coadiuvato dall’amico Buran che, arrivato in trasferta dalla Russia, non ne vuole sapere di tornare a casa e fa crollare a picco le temperature.

Morale… Nonostante la volontà e l’entusiasmo, siamo costretti a battere in ritirata ed a tornare sotto le coperte quando, alle 6,30 di domenica 29 gennaio, un sms di Monica ci avvisa che l’uscita è rimandata.

Per l’intera settimana i mezzi d’informazione ci subissano di notizie sconfortanti, drammatiche, cercando di condizionarci in tutti i modi: proprio domenica 5 febbraio la grande ondata di gelo toccherà il suo picco massimo!

Effettivamente, quando ci troviamo al bar Natale di Paesana per fare colazione, l’aria è abbastanza frizzante, ma nulla in confronto alle notizie che ci portano gli amici di Caramagna e Carmagnola, partiti da una pianura “ibernata” a meno 17-18 gradi.

Sul piazzale degli impianti di risalita di Pian Muné la colonnina non scende sotto i 10° e un bel sole contribuisce a far percepire qualche grado in più.

Il “gruppo classe” presente oggi in quota è composto da dodici allievi, me compresa.

Dopo aver indossato l’abbigliamento idoneo e le ciastre veniamo divisi in due gruppi e, sotto la guida degli accompagnatori escursionistici, assistiti da volenterosi colleghi, ci muoviamo sfruttando la pista ed i pendii che conducono a Testa di Garitta Nuova.

La coltre bianca, che non ne vuol sapere di scendere dai rami, rende il paesaggio fiabesco: piccoli cristalli simili a polverina argentata volteggiano nell’aria sprizzando bagliori e luccichii. 

Ma oggi la priorità è… apprendere e mettere in pratica, dunque… sarà opportuno rendicontare su questo.

Per prima cosa abbiamo imparato che condurre un gruppo vuol dire adeguare il passo a quello di tutti, voltandosi spesso per monitorare la situazione e controllare che la fila sia compatta.

Subito dopo abbiamo sperimentato che battere una traccia su neve fresca è una gran faticaccia, ci si deve dare spesso il cambio e si deve mantenere il più possibile un passo lento e regolare (Bartolo ci ha confortati dicendo che la neve di oggi, per nulla compatta e molto farinosa, era la peggiore, ma si sarebbe rivelata una grande alleata in discesa).

Infine Luigi ha portato la nostra attenzione sulla presenza di alcuni punti critici, soggetti a possibili distacchi di masse nevose, che avremmo dovuto attraversare di lì a poco.

Oltre alla valutazione ed alla conoscenza del luogo è opportuno superare questi tratti distanziandosi gli uni dagli altri di almeno 15-20 metri, mantenendo sempre la distanza iniziale.

Arricchiti da questo bagaglio formativo procediamo ancora oltre fino ad alcune baite nei pressi delle quali i nostri premurosi insegnanti  ritengono conveniente concederci un intervallo ristoratore che, alla fine, si trasforma in un vero e proprio pranzo.

Artva, pala e sonda diventano protagoniste indiscusse dell’esercitazione pomeridiana.

Cercheremo di applicare quanto appreso in teoria; tanto per iniziare… che la ricerca con ARTVA prevede tre fasi: ricerca del primo segnale, localizzazione e ricerca di precisione.

Spente le apparecchiature in dotazione aspettiamo che l’artva dell’ipotetico “sepolto” venga nascosta sotto la neve.

A turno, ognuno porta il proprio dispositivo in “ricezione” e comincia la ricerca sotto lo sguardo vigile degli istruttori.

Più o meno celermente tutti centriamo il bersaglio: obiettivo raggiunto, competenza acquisita!

La discesa fuori pista è all’insegna della gratificazione e della ricompensa: liberi tutti! Rompete le righe! Ognuno segua o plasmi una traccia!

Qualcuno scende rapido e sinuoso, qualcun altro più incerto, ma indenne, alcuni vengono “travolti ed abbandonati”, altri cadono rovinosamente in vero stile “fantozziano”, arrivando addirittura a bonificare il terreno fino a raggiungere il manto “erboso”, per tutti… questa, si rivela sicuramente un’uscita utile, formativa, arricchente e, come sempre, anche molto divertente e rigenerante.

La Maestra a Quadretti