Colle della Bicocca - domenica 19 febbraio 2012 Stampa
Giovedì 23 Febbraio 2012 12:18

La giornata promette bene, in barba al meteo che ipotizzava tempo grigio in vista di una nuova perturbazione.

Oggi partiamo con mezz’ora di anticipo sotto un cielo sgombro da nubi e con una temperatura più che accettabile.

Risaliamo la Valle Varaita ed il primo tratto del vallone di Bellino fino a Borgata Chiesa, dove, sul piazzale, parcheggiamo le auto.

Saliremo al Colle della Bicocca sfruttando interamente il percorso estivo.

Lasciato alle spalle il gruppo di edifici tra i quali troneggia la medievale chiesa di San Giacomo dal bel campanile, iniziamo l’escursione in ordinata fila indiana, su buona traccia.

La neve è farinosa e ci consente di proseguire con passo regolare fin nei pressi di una grangia assolata.

Un piccolo spiazzo antistante e la vista suggestiva sul Monviso sanciscono questo quale luogo ideale per la sosta energetica di metà mattina.

Ripartiamo con maggior vigore attraversando un bel lariceto; qualcuno è un po’ dispiaciuto perché, a differenza della scorsa domenica, i rami non sostengono più un abbondante strato di coltre bianca da scrollare addosso agli sventurati compagni di gita.

Dopo oltre due ore di marcia, la fatica comincia a farsi sentire, l’ambiente è decisamente più selvaggio, lo sguardo punta ora l’elegante e imponente mole del Pelvo d’Elva e la neve, a tratti, si presenta sotto forma di grandi cristalli ghiacciati: sembra veramente sale grosso da cucina!

Dulcis in fundo... l’ultimo tratto è completamente “immacolato” ed “inesplorato”.

Meno male che i nostri valorosi uomini non si fan pregare anzi... in una continua gara di solidarietà, si alternano l’un l’altro per battere la traccia.

Competizione o senso del dovere? Chissà...

Sta di fatto che a noi, povere “donzelle”, non resta che fare le “ultime ruote del carro”: nessun lamento s’ode dalle retrovie per questa condizione di “reiette”!

Giungiamo in vetta al crinale che si son fatte già le dodici e un quarto.

Lo sguardo a 360 gradi per ammirare il vallone di Elva e tutta la cerchia di cime: anche questa volta ne è valsa la pena!

La temperatura è clemente, così rifocillarsi si traduce in un attimo di vero piacere.

Oggi poi che l’energia dissipata è stata parecchia, si sorseggiano amabilmente anche i liquori “casalinghi” come l’elisir al basilico di Manu e la golosa crema al cioccolato di Luca.

Quando già ci si prepara al momento di “pace dei sensi”post banchetto ecco che Monica e Manu cercano la mia complicità e quella di Paola per far loro avvicinare quella “birba” di Mauri...

Con fare sospetto, nascondono qualcosa “a pugni stretti” e capisco che non si preannuncia niente di buono, ma... mi prodigo comunque per dare una mano, perché percepisco che ci sarà da divertirsi.

Con la scusa del liquore al basilico che ancora non ho assaggiato, Mauri viene attirato nella trappola che, alla fine, si rivela una... bonaria “carnevalata”.

Già... perché oggi è Carnevale e... Monica non s’è scordata!!

“Viva i coriandoli di Carnevale, bombe di carta che non fan male” dice Gianni Rodari e... la foto scattata attesta che il “malcapitato” ben poco ha patito, ricoperto da quelle innocue medaglie multicolori.

Tra una marachella e l’altra è ora di rientrare, ma nessuno si lamenta: il vero divertimento è prossimo ad iniziare...

Se prima la traccia inesistente era sinonimo di sforzo e sudore, ora diventa l’equivalente di discesa in libertà.

Se all’andata i ramponi delle ciastre arrancavano sui tratti ghiacciati ed aspri, adesso questi ultimi si affrontano scivolando e capitolando senza indugi.

Anzi... l’imperativo è quello di abbandonare lo stile “ingessato” e di lasciarsi andare.

Bartolo preavvisa che domenica prossima, considerata l’esposizione, rimpiangeremo questa neve.

Sicuramente sarà così, ma... non vedo l’ora di trascorrere un intero week end in Val Chisone!

Scoprirete presto come andrà...

La Maestra a Quadretti