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Colle di Vers, Domenica 18 marzo 2012 PDF Stampa E-mail
Lunedì 19 Marzo 2012 11:53

L’idea veleggiava già da tempo nella testolina di Monica, ma non si era ancora trovata l’occasione fino a ieri, per questa “gitona”.

"Per volare con le aquile occorre andare in alto" un semplice sms convince Monica, cosi che, anche se un po’ dubbiosi sul tempo, viene proposta per questa domenica. Visto il dislivello importante (circa 1100m), anticipiamo la partenza da Saluzzo alle 7.00.

Alle 7.30 al Segnavia incontriamo Gian, Maria e Mirella. Proseguiamo per lasciare le auto al rifugio Meleze, oltre non possiamo proseguire anche se la strada è già libera fino alla borgata di Sant’Anna. Dopo esserci scaldati percorrendo il tratto di asfalto, calziamo le ciastre appena prima di svoltare per il Pian Traversagn; sono le 8.45 quando con una battuta gelo i partecipanti: “Dai che oggi dobbiamo fare dislivello, non siamo qui per divertirci”… mi basta lo sguardo fulmineo di Paola per capire che forse ho esagerato. Saliamo spediti sulla pista battuta che porta al Pianoro sovrastante. La neve si presenta trasformata e portante, questo è un bene perché ci facilita la salita. Appena sbuchiamo a Pian Traversagn, tiriamo un attimo il fiato sgranocchiando qualcosa di energetico e un po’ di te caldo. Il cielo oggi è piuttosto dispettoso, dietro alla Marchisa le nuvole si alternano con il sole, il cielo azzurro e le lievi nevicate improvvise. Man mano che avanziamo verso il colle, il tempo sembra migliorare. I fiocchi indecisi volteggiano nell’aria a lungo prima di trovare il riposo.

Al fondo del pianoro scegliamo di salire tenendoci a destra lungo il profilo delle vette che collegano il Pelvo Ciausis al Colle di Vers …sembra più agevole e meno ripido… ricordo che con gli sci e le pelli si sceglie sempre questa via. Forrest avanza con passo regolare, il fiato e i passi si alternano, la neve diventa inconsistente, non è più farina, ma neanche crosta portante, zizaghiamo sulle tracce di discesa degli sci alpinisti per non affondare.

Il cielo si fa grigio e cancella la linea di distinzione tra neve e cielo. Una sensazione strana travolge tutti noi, sembra di galleggiare, di essere in paradiso dove il bianco predomina, “ma Sa Pietro e il suo caffè dove sono?”.

Siamo a mezz’ora dalla meta il vento gelido che scende dal colle porta con se la neve ghiacciata che rimbalza sulle nostre guanciotte rosse, sensazione poco piacevole!

Uno sciatore solitario in discesa ci informa che su il vento è fortissimo, decidiamo di arrivare al colle e girare subito indietro, anche se Lu brontola un po’. Uno per volta arriviamo al colle, uno sguardo veloce verso la Valle Maira, e per ripararci dal vento aspettando gli ultimi sfruttiamo il riparo di una roccetta della Marchisa. Cogliamo l’occasione di un attimo di tregua del vento per la foto di rito, riprendiamo subito la discesa per pranzare al riparo della prima baita che incontreremo sulla strada, non prima di aver assistito ad un bendaggio a regola d’arte dalla nostra Paola Fisio al pollicione di Paolo. Il tempo capriccioso non ci lascia finire il pranzo con calma, veniamo disturbati da una nevicata breve, ma fittissima, bastevole per sparecchiare. Dopo cinque minuti di cammino ritorna uno splendido sole, ma anche lui non dura. Alle 15.30 siamo alle macchine, forse stanchi, ma contentissimi di non essere stati a casa a prendere “muffa” nonostante molti di noi questa mattina fossero poco convinti della veridicità delle previsioni meteo.

Mula