Cima di Crosa - 1 aprile 2012 Stampa
Giovedì 05 Aprile 2012 09:11

Nulla lasciava presagire che dovessi “tirare le somme” di questa domenica tra i monti, dal momento che avevo già messo in conto di non indossare gli scarponi.

Sarebbe dovuta essere una di quelle “domeniche ponte” o “di transizione” che, lasciandoci digiuni, avrebbe reso più avido il ritorno alle escursioni del dopo-Pasqua, dopo-ciastre, dopo-stagione invernale.

L’inatteso... si sa... rende i momenti più appaganti e... l’averci già “messo una pietra sopra”... permette di apprezzare maggiormente ciò che non si riusciva neppure mentalmente a concretizzare.

Fatto sta che, in un assolato sabato pomeriggio, un sms, foriero di novità, ci domanda se abbiamo voglia di camminare senza ciastre e... in tal caso... siamo pregati di trovarci, come al solito, alla stazione dei treni alle otto.

La meta è ancora in fase di “lavori in corso”. Sarà mica un “pesce d’aprile”?

La presenza di Bartolo nel luogo indicato per il ritrovo è fonte di conforto e rassicurazione: per il momento nessun pesce ha abboccato!

Anche il dilemma “meta” trova soluzione in tempi rapidi: la proposta di “passeggiare” lungo il Sentiero dei Ciclamini, ottiene consensi pari allo 0%, perché, nonostante l’amenità e la dolcezza del luogo, tutti (pochi, ma “tosti”) manifestiamo il desiderio di affrontare un dislivello maggiore ed una gita più impegnativa.

L’ago calamitato, dopo aver oscillato, incerto, tra Valle Stura (Monte Nebius) e Valle Varaita (Cima di Crosa), punta decisamente verso quest’ultima meta, cosicché il cordone di auto (ben 3) si avvia in direzione Becetto di Sampeyre.

Il tempo stabile e le temperature anomale che hanno caratterizzato la settimana appena trascorsa, ci invogliano a partire in veste quasi estiva: pantaloni corti, canotte, scarponcini leggeri (Mauri sfoggia e collauda quelli acquistati oculatamente in tempo di saldi), occhiali e cappellini... E pensare che appena sette giorni or sono eravamo ammantati di neve!

Oggi invece, calpestiamo, da subito, una tavolozza di crochi multicolori che occhieggiano tra il manto erboso color paglierino, ancora compresso dal peso della neve appena sciolta.

Siamo solo in nove e procediamo spediti seguendo il sentiero che si inoltra con percorso sinuoso nel boschetto di larici fino a sbucare alla baita del Lupo. Oltre incontriamo una presa per la captazione delle acque e usciamo allo scoperto sui successivi pianori fino alla base di un nevaio ancora carico.

Unica giustificazione a nostra difesa... la non piena consapevolezza della possibile pericolosità del tratto in fase di attraversamento...

Fatto sta che quando, “nel bel mezzo del cammin del nostro nevaio” ad accentuata pendenza, decidiamo di metterci in pose plastiche per svariate foto di rito, Bartolo, prontamente e giustamente ci sollecita a proseguire senza indugi e con la dovuta cautela.

In realtà credo abbia pensato di privare tutti dell’attestato conseguito col corso invernale per mancanza di uno dei requisiti principali: una sana dose di buon senso!

Riacquistato il senno smarrito, eccoci sbucare dove il sentiero si adagia fino a raggiungere la graziosa e candida chiesetta di Madonna Alpina che, vista da Becetto, pare aggrappata alla montagna.

Ma la meta non è questa! Affrontiamo l’ultimo ripido tratto in cresta, zigzagando con attenzione sul pendio erboso, mentre il panorama man mano si amplia e si arricchisce.

Eccoci abbracciare la croce per la foto di rito: ora lo scenario è magistrale, col Re di Pietra a far da cornice!

Per il banchetto di mezzodì decidiamo di scendere alla cappella, dove troviamo riparo dal vento sistemandoci contro una delle pareti.

Viene riadattato anche un vecchio tavolino rinvenuto lì accatastato, sul quale trovano subito posto una bella bottiglia di vino ed una colomba al cioccolato. Per chi sono gli auguri?

Sul quaderno dei ricordi, che Bartolo preleva dalla cassetta posta accanto all’ingresso della chiesina, oggi Valeria scrive: “Con gli amici del CAI, ho festeggiato il compleanno (ben 56 primavere) qui a Madonna Alpina dove salgo in estate per la festa”.

Il tempo scorre sereno; ci si trastulla e sollazza tra dolciumi e chiacchiere sui più svariati argomenti: banane e pericolosità degli insetticidi utilizzati (mentre Mauro e Forest gustano il frutto con apprezzamento...); ripasso delle frazioni (proprie, improprie, apparenti...); dubbi sul tipo di fascia indossata dalla nostra festeggiata Valeria; varie ed eventuali...

All’ora stabilita Bartolo ci richiama all’ordine: è tempo di ripartire! Un ultimo sguardo alla chiesetta e ancora la discesa nel nevaio: come siamo disciplinati questa volta! Ci teniamo anche a distanza di sicurezza!

Sarà per questo che Bartolo decide di concederci ancora una pausa inattesa? Chissà... Ne approfittiamo per sorbire tutto il sole possibile, visto che le previsioni son destinate a cambiare...

Per finire... come consuetudine... pausa al Segnavia! Oggi occupiamo un bel tavolo nell’area verde antistante la struttura, ammirando le installazioni in legno sistemate per i ciclisti e le loro bici e... colti da un momento di gaiezza improvvisa... ci concediamo anche un “giro in aeroplano” (vedasi foto).

Meno male che pensavo ad una piatta ed “innocua” domenica...


La Maestra a Quadretti

Ultimo aggiornamento Giovedì 05 Aprile 2012 09:31