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Tza Plana - domenica 3 giugno 2012 PDF Stampa E-mail
Martedì 12 Giugno 2012 10:45

Non siam gente superstiziosa, ma... nei confronti del meteo... è come combattere contro i mulini a vento e, come si dice... occorre farsene una ragione!

Qualcuno già mormora: “Sarà perché questo è il diciassettesimo corso di escursionismo, se tutte le domeniche si cammina zuppi o con lo sguardo costante alla volta celeste cupa e minacciosa?”

Nel tentativo di sanare subito ogni supposizione priva di fondamento scientifico, abbiamo anticipato che la superstizione non cammina con noi ed infatti... possiamo dire che oggi... l’abbiamo egregiamente “scampata”!

La trasferta valdostana ha contribuito da subito a “reidratare” l’entusiasmo letargico, dal momento che, già in pullman, ha prevalso l’euforia puerile della gita scolastica, ma... oltrepassata la linea di confine regionale, una pioggia battente ci ha rammentato che forse sarebbe stato necessario trovare un’alternativa culturale al “coperto” anziché infilare gli scarponcini.

Per fortuna Cogne non era ancora dietro l’angolo e... chilometro dopo chilometro, tornante dopo tornante, la valle si è mostrata ai nostri occhi, umida, velata ma percorribile a piedi senza ombrelli, né mantelle.

Abbandonato il grosso mezzo motorizzato, incamerata la piacevole compagnia di Pino ed Ornella, siamo subito saliti lungo una ripida strada asfaltata, per poi abbandonarla e dirigerci verso un bel bosco di larici che ha contribuito ad ovattare ulteriormente l’atmosfera già nebulosa.

Con passo regolare Pino ci ha condotti, giravolta, dopo giravolta, sugli ampi pendii prativi dai quali si è mostrato ai nostri occhi, con molta parsimonia, attraverso squarci che, anziché finestre, parevano più oblò, il gruppo del Gran Paradiso (ma... si sa che le cose più belle si fan sempre desiderare!).

Oggi il nostro amico valdostano è stato al comando del lungo “esercito” affiancato da un prode e valido “capitano” di nome Francesco, che, conquistata la testa del gruppo, non l’ha più abbandonata e... già alla sua prima uscita ufficiale si è fatto notare, aspirando, da subito, ad una promettente carriera tra le fila del C.A.I.

La gioia dei suoi otto anni, la sua spontaneità, la capacità di lasciarsi sorprendere hanno reso a tutti la salita più spensierata. Certo, non è stato semplice rispondere in modo esaustivo a tutti i suoi quesiti, soprattutto quando si è domandato come mai non si riuscisse a scorgere nemmeno una volpe, considerando che avevamo superato di parecchio l’altitudine indicata sul libro di geografia come habitat naturale dell’astuto animale.

E che dire dei muschi e dei licheni...? Meno male che papà Luca è riuscito a tamponare in parte la situazione, che stava diventando imbarazzante, mostrandogli l’incanto delle stelle alpine...

Poco prima di raggiungere la vetta, proprio quando il percorso accentuava la pendenza, Mario e Mauri gli si sono avvicinati, cercando un pretesto per distrarlo ed arrivare trionfanti alla Madonnina.

Francesco, per nulla destabilizzato da questo tentativo infantile di strappargli lo scettro della vittoria, ha proposto, da vero “adulto”, di percorrere gli ultimi passi insieme, tenendosi per mano, ma... sul gradino più alto del podio, in base ai meriti, ci sarebbe stato solo lui!

Foto di rito per tutti davanti alla Madonnina della cima, sguardo rivolto a Cogne, puzzle di piccole tessere giù in basso, pasto veloce e frugale per due motivi: il primo è che ci attenderà un lauto banchetto all’arrivo, il secondo è che le nuvole, pare, non riescano più a garantire l’effetto spugna a lungo termine.

Scendiamo “abbigliati di tutto punto” per affrontare il diluvio imminente, senza poter certo competere con la “collezione di haute couture” indossata da Gian e Valeria che meritano la copertina della cartella-gita.

Forse turbato dalle nostre fogge multicolori, il tempo non si scatena, regalandoci solo qualche timida ed innocua goccia.

Così giungiamo al pullman con un po’ d’anticipo sulla tabella di marcia, ma per nulla dubbiosi sul da farsi: tirare fuori i tavoli da pic-nic e... dopo averli ricoperti con ogni bendiddio, dare “inizio alle danze”.

Il lungo lavoro di bonifica, sia per quanto riguarda la parte salata, che per quella dolce, va avanti per una buona ora; anche in questo caso è solo la pioggia che accenna a ricominciare, a farci desistere.

Non ci resta che riconquistare il nostro posto sul pullman, sonnecchiando pacatamente, cullati dallo sciabordio del temporale, che... oltre Cogne, si manifesta in tutto il suo impeto: possiamo dunque ribadire che oggi... l’abbiamo egregiamente “scampata”!

La Maestra a Quadretti